ALBO GESTORI AMBIENTALI

Numero iscrizione: RM/010773
DI DOMENICANTONIO PIETRO
DDMPTR57S26G498K

ELENCO CODICI RIFIUTI TRASPORTATI

17.01.01
cemento
17.01.02
mattoni
17.01.03
mattonelle e ceramiche
17.01.07
miscugli di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, diversi da quelli 17 01 06
17.02.01
legno
17.02.02
vetro
17.02.03
plastica
17.03.02
miscele bituminose diverse da quelle di cui alla voce 17 03 01
17.04.01
rame, bronzo, ottone
17.04.02
alluminio
17.04.03
piombo
17.04.04
zinco
17.04.05
ferro e acciaio
17.04.06
stagno
17.04.07
metalli misti
17.04.11
cavi, diversi da quelli di cui alla voce 17 04 10
17.05.04
terra e rocce, diverse da quelle di cui alla voce 17 05 03
17.05.06
materiale di dragaggio, diverso da quello di cui alla voce 17 05 05
17.05.08
pietrisco per massicciate ferroviarie, diverso da quello di cui alla voce 17 05 07
17.06.04
materiali isolanti, diversi da quelli di cui alle voci 17 06 01 e 17 06 03
17.08.02
materiali da costruzione a base di gesso, diversi da quelli di cui alla voce 17 08 01
17.09.04
rifiuti misti dell’attività di costruzione e demolizione, diversi da quelli di cui alle voci 17 09 01, 17 09 02 e 17 09 03

 

Per gestione dei rifiuti si intende l’insieme delle politiche, procedure o metodologie volte a gestire l’intero processo dei rifiuti, dalla loro produzione fino alla loro destinazione finale coinvolgendo quindi la fase di raccolta, trasporto, trattamento (riciclaggio o smaltimento) fino al riutilizzo dei materiali di scarto, solitamente prodotti dall’attività umana, nel tentativo di ridurre i loro effetti sulla salute umana e l’impatto sull’ambiente.

Un interesse particolare negli ultimi decenni riguarda la riduzione degli effetti dei rifiuti sulla natura e sull’ambiente grazie alla possibilità di risparmiare e recuperare risorse naturali da essi e ridurre la produzione di rifiuti stessi attraverso l’ottimizzazione del loro ciclo di gestione.

Principi del sistema integrato italiano

La gestione integrata dei rifiuti in Italia è stata introdotta con il decreto legislativo5 febbraio 1997, n. 22 (“Attuazione delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio”) (il cosiddetto decreto Ronchi del 1997)[1] emanato in attuazione delle predette direttive dell’unione europea. La materia è oggi raccolta nel d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152 (“Norme in materia ambientale”) conosciuto anche come Testo unico ambientale[2] e successive modificazioni ed integrazioni in materia[3]

Essa affronta la questione dei rifiuti delineando priorità di azioni all’interno di una logica di gestione integrata del problema. Esse sono, come descritto nella predetta parte IV negli articoli 180 e 181 nell’ordine di priorità definito dall’articolo 179:

  • Criteri di priorità (Art 179)

    • Sviluppo di tecnologie pulite

    • Ideazione e messa in commercio di prodotti che non contribuiscano o diano un contributo minimo alla produzione di rifiuti ed all’inquinamento

    • Miglioramenti tecnologici per eliminare la presenza di sostanze pericolose nei rifiuti

    • Ruolo attivo delle amministrazioni pubbliche nel riciclaggio dei rifiuti e loro utilizzo come fonte di energia

  • Prevenzione della produzione di rifiuti (Art. 180)

    • Corretta valutazione dell’impatto ambientale di ogni prodotto durante il suo intero ciclo vitale

    • Capitolati di appalto che considerino l’abilità nella prevenzione della produzione

    • Promuovere accordi e programmi sperimentali per prevenire e ridurre la quantità e pericolosità dei rifiuti

    • Attuare il DL 18 febbraio 2005 n. 59 e la direttiva 96/61/CE specifica per la riduzione e prevenzione integrate dell’inquinamento

  • Recupero dei rifiuti (Art 181)

    • il riutilizzo, il reimpiego ed il riciclaggio

    • Produzione di materia prima secondaria trattando i rifiuti stessi

    • Favorire tramite misure economiche e capitolati nelle gare d’appalto il mercato dei prodotti reimpiegati

    • Uso dei rifiuti per produrre energia (recupero energetico (ossidazione biologica a freddo, gassificazione, incenerimento)

Pertanto, se il primo livello di attenzione è rivolto alla necessità di prevenire la formazione dei rifiuti e di ridurne la pericolosità, il passaggio successivo riguarda l’esigenza di riutilizzare i prodotti (es. bottiglie, con il vuoto a rendere) e, se non è possibile il riuso, riciclare i materiali (es. riciclaggio della carta). Infine, solo per quanto riguarda il materiale che non è stato possibile riutilizzare e poi riciclare (come ad esempio i tovaglioli di carta) e il sottovaglio (ovvero la frazione in piccoli pezzi indistinguibili e quindi non riciclabili di rifiuti, che rappresenta circa il 15% del totale), si pongono le due soluzioni del recupero energetico tramite sistemi a freddo o a caldo, come la bio-ossidazione (aerobica o anaerobica), la gassificazione, la pirolisi e l’incenerimento oppure l’avvio allo smaltimento in discarica. Dunque anche in una situazione ideale di completo riciclo e recupero vi sarà una percentuale di rifiuti residui da smaltire in discarica o da ossidare per eliminarli e recuperare l’energia. Da un punto di vista ideale il ricorso all’incenerimento ed alle discariche indifferenziate dovrebbe essere limitato al minimo indispensabile. La carenza di efficaci politiche integrate di riduzione, riciclo e riuso fanno dello smaltimento in discarica ancora la prima soluzione applicata in Italia ed in altri paesi europei[4]. Per quanto riguarda il recupero, esistono progetti ed associazioni che si occupano dello scambio di beni e prodotti usati (per esempio Freecycle).

La prevenzione dei rifiuti

La prevenzione dei rifiuti consiste in un insieme di politiche volte a disincentivare, penalizzare economicamente o addirittura vietare la produzione di materiali e manufatti a ciclo di vita molto breve e destinati a diventare rifiuti senza possibilità di riuso. Soggetti interessati possono quindi essere tanto le imprese quanto i comuni cittadini, incentivati a ridurre a monte la produzione dei rifiuti, ad effettuare la raccolta differenziata. Oltre ad uno stimolo “etico”, tali soggetti possono anche essere incentivati da una riduzione della TARSU, ad esempio quando ricorrono al compostaggio domestico (si consideri che la frazione organica è comunque una parte molto significativa dei rifiuti delle famiglie).

Trattamento dei rifiuti

Il trattamento dei rifiuti consiste nell’insieme di tecniche volte ad assicurare che i rifiuti, qualunque sia la loro sorte, abbiano il minimo impatto sull’ambiente. Può riguardare sostanze solideliquide o gassose, con metodi e campi di ricerca diversi per ciascuno. Le pratiche di trattamento dei rifiuti sono diverse tra paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo, tra città e campagna e a seconda che i produttori siano residenziali, industriali o commerciali. Il trattamento dei rifiuti per gli utenti residenti e istituzionali nelle aree metropolitane è solitamente responsabilità delle autorità di governo locale, mentre il suo trattamento per utenti commerciali e industriali è solitamente responsabilità di colui che ha prodotto i rifiuti. Lo schema seguente riassume le modalità e le filiere per il trattamento dei rifiuti solidi urbani secondo le attuali politiche di gestione in Italia.